CRAC

Lettera da Rosagni

Antonio Maria, in questo stesso periodo, si trovava implicato in una controversia nata dalla vendita dei suoi possedimenti , prima ceduti e poi riavuti dai suoi cugini Giacomo Ludovico e Sinibaldo di Casanova. Egli dopo il ferimento, ancora convalescente, si trasferì in Val d´Aveto presso i nobili Rezoagli, da dove, il 2 luglio dello stesso anno, scrisse una lettera al suo procuratore, nella quale si trovano informazioni sul suo stato di salute e sullo svolgimento della vertenza giudiziaria con i suoi cugini e dell´inchiesta a carico dei suoi feritori che stava istruendo il Com.o Sforza di Torriglia.
La ferita che egli aveva riportato al fianco era ancora aperta, ciò malgrado, riusciva a camminare con l´aiuto del bastone. La sua persona era scortata dal Cap.no Paulo Geronimo Cella.
Leggiamo qui di seguito la trascrizione della lettera:

1592 . 2 . luglio
Molto Ill.mo pat. oss.mo

Hebbi l´amorevolissima sua del grato consiglio che per esso mi va porgendo, a sforzarmi a osservare quanto la mi dice intorno al resistere di onde là a quelle persone ben chè tuttavia sia stimulato, con lettera, perché mi risolva (decida). Così dice il s.r auditore in una sua sritta al Cap.o Paulo Ger.mo scrivendogli de altro particulare dico che un amico che teniamo al quale se spetta da S.E. gli sia fatto salva condoto, perché egli intenda scoprire de molte furbarie latrocinij comessi da parte de queli che mi hano azasinato se si costituirano è jurelismo (legale) dice in quela che mi risolva e poi dice alfine habet etatem no mi credo proprio per avere l´etta mi sij levatto il mio, risegonda per un´altra sua de havere fatto fare il salva condotto all´amico e poi con dire che mi pentirò de no havere preso il suo consiglio, me parso fare a V.S. di questo e anche dirgli, Compare dell´Ill.mo auditore habi persuaso gli uomini a no darme obbedienza et ora vano per giustizia a Ottono, e quel Comisario proccede lui di giustizia in pigliare qualche quatrini, delle accuse e simili cose, è vero che l´opera di ladri e banniti no gli proccede perché stanno a loro bell´agio, giorni fa mi feci portare sul monte in compagnia del Cap.o e no so quanti de parenti Ferretti Pasturini e de loro altri si dedeno alla fuga, ben che per allora non pensassi de offenderli.
Io mi vaddo tuttavia rehavendo, ben che vado ancora alquanto in zopegoni che tenendo un bacheto alla mano non mi dolgo niente, e il dolermi credo nasca dalla piaga che ancora è aperta, e credo deggia anche uscire dell´osso, il Cap.o Farina.... a V.S. persin a tanto che venghi a Gen.a como hano a venire per raffermare i loro privileggi da sua Ecc.za.
Ho havutto molti mesi dalla parte perché gli rimetta dico da Ferretti e Garbarini, e il Sforza mi mandò giorni fa l´inquesta che fu preparata che si porgesse la supplica a S.E. e per una sua mi dice che me aparechij se voro provare che Perino Pasturino me habi datto de ordine del Giac.no e no da altri, intorno a questo no gli ho risposto niente, perché di Val di Trebbia ben che sapessimo qualche cosa no ardischeno dire niente, ma che a V.S. qui incluse copia della lettera la quale prima volsi che mettermi a fare mena ben che no facendo facilmente il Ricardi mi voleva caloniare che avessi mano a questi.....,tache o all´un modo o all´altro faceno errore. Iddio sia de tutto laudato, mia madre giunse a salvamento e a bocca disse quanto V.S. per me aveva fatto e quanto per me voleva fare ben che indisposta, si ben poi...mi disse sera rihavutta e che... per la terra, poi che altrimenti no posso fare pregherò insieme con mia madre N.s. Dio le dia buonissime forze e bon.sa sanità. E se così le pare gli dica bene V.S. lasci tale occupazione e se ne vadda per un poco di rechreazione alla sua villa a S.ta Margaritta. 
Qui a Rozagno gli è un perfetto agiero (refrigerio) che in fin ora seno da tre giorni in qua. Il Cap.o e io si siamo qualche ore al sole per non avere troppo caldo. Heri andai alla Cabanna a la festa di S.to Giac.mo dova balai per quatre stanzie in dispregio de traditori, no esendo questa mia inoltre (terminata questa mia), a V.S. baggio le mani con pregarle salutte di tutta sua Casa il s.r suo padre e madre Dio gliell´aguardi di Rosagno il di 2 . luglio 1592.
A V.S. molto Ill.a P.re aff.mo M.pina

fonte: Archivio di Stato di Parma, Sez. Feudi e comunità,
Malaspina, busta n° 99.