CRAC

Riconoscimento fatto dagli uomini di Casanova al D.no Gio. Andrea Principe Doria (1594).

Nel nome del Signore, così sia, anno della Sua natività Millecinquecentonovantaquattro, indizione settima, giorno di lunedì, ora pomeridiana, il sette del mese di Marzo in Casanova diocesi di Tortona, redatto nell´abitazione del Reverendo d. P. Pietro Malaspina, Curato di Casanova, presente di persona e testimonio dei nostri scritti.
Io stesso come notaio e testimonio infrascritto, alla personale presenza del Mag.o d. Giovanni Botierio di Cabella comm.o di Ottone e rappresentante dell´Ill.mo et Ecc.mo D.D. Principe Doria, similmente come sopra e come stipulato nel contenuto. I costituiti e congregati:

Pantalino de Rapuzzi fu Domenico, Benedetto Manilia fu Zanone, Vesconte Manilia fratello del detto Benedetto, Agostino de Rapuzzi fu Angelo, Zanello fratello del detto Agostino, Simone loro fratello assente per il quale detto Zanello è delegato, Brosio de Croce fu Gerardo, Andrea fratello di detto Brosio assente, rappresentato da detto Brosio, Andrea de Rapuzzi fu Lazzaro, per lui e per Manino de Rapuzzi fu Bartolomeo assente, Galeazzo de Croce fu Manino, Ruffino de Rapuzzi fu Geronimo, Togno de Croce fu Simone assente, rappresentato da detto Ruffino, Maddalena vedova del fu Pantalino de Rapuzzi detto Machiaro, col consenso di Zanello fu Angelo e Pantalino fu Domenico Ambrogio de Rapuzzi e della stessa Maddalena in accordo con Ruffineto de Croce fu Porosino, Maria fu Giacomino de Masciti ex moglie di Curserio de Rapuzzi, col consenso di Zanello e Agostino fratelli di detto Curserio, Giacomo Manilia fu Antonello di Canfernasca, a suo nome e a nome di Zanarino e Benedetto suoi fratelli assenti, Antonio Maria Malaspina fu Battistino, a nome suo e di Cesare suo fratello assente, Lazzarina fu Perino de Mazzi e vedova del fu Vincenzo de Croce, col consenso di Simone de Croce fu Manino e Giovanni di Pellegrino de Croce, Peloto de Croce di Pellegrino assente, del quale dice avere mandato Simonato de Croce fu Manino, Cattarina fu Tognino de Costa vedova del fu Steffanino de Rapuzzi detto Famero, col consenso di Pantalino fu Domenico e Zanello fu Angelo, anch´essi de Rapuzzi, Agostina figlia di Pantalino de Rapuzzi e moglie di Gregorio de Croce col consenso di Pantalino suo padre e Galeazzo e Simone de Croce fu Manino, Togno de Rapuzzi. Tutti delle località Lama e Costa e Ville di Casanova.

I sopra citati furono informati delle notizie e dell´ordine dell´Ill.mo d. Giovanni Pietro Ricardi, Magistrato dei redditi dell´Ill.mo et Ecc.mo D.D. Principe Doria di Genova, personalmente, dal predetto Mag.co d. Giovanni Bolierio al quale possono rivolgersi, o a nome suo, per protestare delle discordanze che in passato non venivano risolte, ma come essi dicono, il d. Gallina, malignamente detto Razzìa, fu lui stesso a imporre quanto pagarono per anni ai Marchesi, perciò l´Ill.mo et Ecc.mo D.D. P. Doria, da parte sua, elimina tutte le precedenti tasse, delle quali loro stessi erano gravati. E viceversa i detti sopra, costituiti spontaneamente e di comune accordo, sia a nome loro che dei loro figli maschi avuti da legittimo matrimonio, si impegnano per quanto promisero al Mag.co d. Gio. Bolierio comm.o antedetto e a me Notaio antedetto e col consenso del prelibato Ill.mo et Ecc.mo D.D. P. e dei suoi successori. Ognuno di loro conferma il fitto dei possedimenti, come in seguito specificato, che maturerà e verrà consegnato, con le varianti e gli arretrati, ogni anno alla festa di San Bartolomeo in Agosto, a Casanova, da loro stessi o dai loro parenti, come tutti i detti costituiti promisero davanti al detto Mag.co d. Gio. Bolierio e a me infrascritto Notaio stipulante. Rota-Habere-in Pena-Totiens-Quotiens-qua Commissa, per cui obbligarono tutti loro e coloro ai quali appartengono i beni, affinché i beni siano produttivi, curandoli e provvedendo a rivolgere ad essi attenzione.
Testimoni: R. d. P. Pietro Malaspina figlio del Mag.co d. Cesare di Orezzoli e Curato di Casanova e il d. Casserio Malaspina figlio di Battistino di Casanova.
Gli stessi uomini individualmente e come precedentemente elencati sono obbligati come segue: 
Pantalino de Rapuzzi uno staio e un quarto di stuppello, più una gallina e due conigli.
Benedetto Manilia undici stuppelli, più una gallina e due conigli.
Vesconte Manilia dodici stuppelli, più una gallina e due conigli.
Agostino de Rapuzzi, cinque stuppelli e un ottavo, più una gallina e due conigli.
Zanello fratello del predetto, cinque stuppelli e un ottavo, più una gallina e due conigli.
Simone, per il quale il fratello Zanello, cinque stuppelli e un ottavo, una gallina e due conigli.
Brosio de Croce, sei stuppelli, più una gallina e due conigli.
Andrea, per lui il fratello Brosio anzi detto, sei stuppelli, più una gallina e due conigli.
Andrea de Rapuzzi, due stuppelli, più una gallina e due conigli.
Manino de Rapuzzi, due stuppelli, più una gallina e due conigli.
Galeazzo de Croce, quattro stuppelli e due terzi, più una gallina e due conigli.
Ruffino de Rapuzzi, stuppelli quattro, più una gallina e due conigli.
Togno de Croce, quattro stoppelli, più una gallina e due conigli.
Maddalena ved.a del fu Pantalino de Rapuzzi detto Machiaro, uno staio e quattro stuppelli e mezzo.
Ruffino de Croce, cinque stuppelli e due terzi, più una gallina e due conigli.
Maria moglie di Curserio de Rapuzzi,cinque stuppelli e un ottavo, più una gallina e due conigli.
Giacomo Manilia a nome suo e dei suoi fratelli sopra detti, dodici stuppelli, più quattro più due.
D. Antonio Maria Malaspina per le terre affittate al d. Stefano Cella, a nome suo e a nome di suo fratello, sette stuppelli.
Lazzarina ved.a del fu Vincenzo de Croce, quattro stuppelli e mezzo, più una gallina e due conigli.
Peloto de Croce, quattro stuppelli e mezzo, più una gallina e due conigli.
Simone de Croce quattro stuppelli e due terzi, più una gallina e due conigli.
Cattarina ved.a del fu Stefanino detto Famero de Rapuzzi, uno staio e tre stuppelli, più una gallina e due conigli.
Agostina moglie di Gregorio de Croce, cinque stuppelli, più una gallina e due conigli.
Togno de Rapuzzi, quattro stuppelli, più una gallina e due conigli.
Tutti gli uomini qui sopra scritti e come sopra costituiti con giuramento, possono protestare col precitato Mag.co d. Giov. Bolierio e con me Notaio infrascritto stipulante, delegati dell´Ill.mo et Ecc.mo D.D. Giovanni Andrea P. Doria e suoi successori. Ciò sia fatto prima della definitiva stesura.
Possono protestare per detti d.d. Marchesi che percepivano annualmente e in perpetuo il fitto e ai quali doveva essere pagato, secondo le quote da essi stabilite per i fitti nobiliari e gentilizi e per i beni immobili e fondiari posseduti dai loro antenati nel territorio di dette ville di Lama e Costa e dette ville di Casanova, cioè per detti beni, omaggi e obbedienza, a loro dovuta, secondo l´usanza di Casanova, fatta eccezione per coloro che sono già morti.
A detti uomini si riconoscerà soltanto ciò che devono di fitto, sia in grano che soldi, al prelibato Ill.mo et Ecc.mo D.D. P. Doria e ciò che essi erano soliti pagare al Mag.co d. Giacomo, Mag.co d. Antonio Maria e ai loro successori Mag.ci d.d. Sinibaldo e Marco Antonio e con i quali l´Ill.mo et Ecc.mo D.D. P. Doria ebbe causa a titolo di acquisto (come si dice).

Perciò i detti costituiti e congregati, per se stessi e per i loro figli maschi legittimi, o qual si voglia, per gli stessi nati e nascituri da legittimo matrimonio, procreati o procreanti, riconobbero e riconosceranno e si obbligarono e si obbligano responsabili per i loro discendenti nei confronti del D. Marchese e feudatario prelibato Ill.mo et Ecc.mo D.D. P. Doria e ugualmente verso il predetto Mag.co d. Giovanni Bolierio comm.o del prelibato Ill.mo et Ecc.mo D.D. P. Doria e verso il presente sottoscritto Notaio, a nome del prelibato Ill.mo et Ecc.mo D.D. P. e dei suoi successori, stipulante dei fitti primari, perpetui, nobiliari, gentilizi e feudali infrascritti e come inclusi e descritti per ogni singolo. 

Io Gio. Agostino Garbarino, figlio di Alessio del borgo di Ottone, Val Trebbia, Sacra Apto Aucto prob.s Not.s Pred.is per tutti e per il singolo, gli infrascritti rogiti, stesi in forma breve e sicura, in modo chiaro e autenticato, nei quali fedelmente, come è mia consuetudine, opposi il consueto timbro notarile.

fonte:Archivio di Stato di Parma, Sez. Feudi e comunità,
Malaspina, busta n° 99.