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LA CHIESA DI SAN BARTOLOMEO - Notizie storiche

Grazie alle memorie tramandateci dal R.mo Nicola Carboni possiamo tracciare la cronistoria della nostra chiesa e parrocchia. Due date ci danno un'indicazione attendibile: quella scolpita sulla base della statua di S.Bartolomeo, posta nella nicchia della facciata e quella incisa sull'architrave della stessa, cioè l'anno 1780.

Non si hanno notizie di luoghi di culto antecedenti all'oratorio del 1780, anche se si può pensare che esistessero immagini votive precedenti, alle quali i fedeli potevano rivolgere le loro preghiere. Purtroppo le notizie sono state tramandate solo oralmente ed in seguito scritte da Don Nicola, che ebbe modo di udirle da alcuni vecchi testimoni del paese. Le eventuali memorie scritte pare siano andate distrutte per incuria.

Sul campanile è evidenziata la data "1835".

Il documento più antico è conservato presso l'archivio parrocchiale. Trattasi di un atto rogato il 30 Marzo 1799 (Rog. Not. Filippo Maria Benazzi) col quale si stabilisce che l'Oratorio di S.Bartolomeo viene dichiarato Vicecura, in accordo con i parroci di Fontanigorda e Casanova. In questo documento vengono stabiliti i diritti di potervi amministrare i Sacramenti e l'obbligo da parte del parroco di Fontanigorda di passare al viceparroco di Casoni lire 300 di Genova, pari a lire italiane 240. Gli abitanti di Casoni vengono altresì liberati dal concorrere alle spese di manutenzione della chiesa di Fontanigorda, mentre è concesso al viceparroco di percepire tutti i diritti che gli abitanti versavano precedentemente alla stessa. Alla parrocchia di Fontanigorda viene lasciato il solo diritto di "primizia".

Quanto regolato non fu completamente accettato dal parroco di Fontanigorda Don Giuseppe Raggi, che continuò ad avanzare pretese alla popolazione di Casoni circa il concorso nella spesa di mantenimento della chiesa di Fontanigorda.

Nacque di conseguenza una travagliata controversia tra il parroco di Fontanigorda e la popolazione di Casoni, la quale rifiutò di aderire alle sue pretese. Questo rifiuto provocò ulteriori complicazioni per gli abitanti di Casoni, che videro la loro nuova chiesa gravata da interdetto, il quale, con decreto datato 30 giugno 1837 deciso da Mons. Vic. Capitolare Federico de Monticelli, stabiliva l'interruzione dell'ampliamento dell'oratorio.

In questa situazione si può pensare che i nostri avi non furono del tutto intimoriti, in quanto proseguirono il lavoro intrapreso, ampliando l'oratorio e costruendo la canonica e il campanile, terminando i lavori verso il 1838-1839, senza dimenticare l'ultimazione delle cappelle laterali, dedicate a S.Bartolomeo e alla B.V. della Consolazione.

Forti del loro diritto legale, riferito al documento notarile istitutivo, non inviarono neppure i rappresentanti interessati presso Il Vicario Capitolare a discutere e contestare le imposizioni del parroco di Fontanigorda.

Essendo ritenuti validi i patti costitutivi del 1799, ebbero inizio sia le registrazioni dei battesimi (il primo ad essere registrato fu Ferretti Bartolomeo di Domenico, il 7 Gennaio 1799) sia quella delle inumazioni.

Si ha memoria infatti dell'esistenza di una cappelletta destinata a sepoltura comune. Lo stretto legame di parentela che univa la casata dei "Ferretti di Casoni" ci porta a considerare questa cappelletta come quella di una sepoltura con caratteristiche esclusivamente familiari.

Il nuovo cimitero fu costruito nel 1835 e venne poi ampliato nel 1890 (la prima inumazione fu quella di Sciutti Maddalena, della famiglia "Pallin", che morì sul finire dell'anno 1838).

In questi anni cruciali e travagliati per la nascita della parrocchia, resta comunque storicamente definito che la chiesa fu eretta nel 1789 o 1790 da due cappellani. Il primo avrebbe svolto il suo compito di pastore forse anche precedentemente al 1796, mentre il secondo celebrò dal 1797 sino al 1837, epoca dell'interdetto; vuole la tradizione che questo cappellano sia rimasto in paese per ben quarant'anni.

Grazie all'intervento di Mons. Vesc., ora Santo, Antonio Maria Gianelli, il 4 Giugno del 1840 questa vicecura fu elevata a parrocchia.

IL distacco della parrocchia matrice non fu indolore, vi furono infatti manifestazioni di intolleranza che al nostro tempo possono apparire incomprensibili, ma, poichè la storia è fatta di grandi e piccoli avvenimenti, si ritiene necessario riproporne la testimonianza.

A seguito dell'interdetto il parroco di Fontanigorda, Don Giuseppe Raggi, inviò presso l'Oratorio di Casoni diversi chierici a ritirare le Sacre Specie. I chierici erano scortati da Regi Carabinieri, in quanto si presagiva una forte contestazione a questa imposizione.

Furono le donne di Casoni ad impedire questa traslazione: una sollevazione tutta al femminile impedì al viceparroco Don Carlo Devoti di oltrepassare la salita del Picà. Di fronte a tanta ostinazione anche i Carabinieri compresero che la loro presenza non era adeguata alla situazione.

Le Sacre Specie furono riportate nell'oratorio, che fu chiuso a chiave, sempre ad opera di questo accanimento femminile. Questa chiusura durò tre mesi; quando l'intendente Spinola, inviato dalla Diocesi di Bobbio, ordinò che le Sacre Specie fossero rinnovate, il sacerdote incaricato le trovò corrotte.

Un triste epilogo fu quello destinato al viceparroco che, licenziato dalla popolazione, si ritirò poco lontano, nella parrocchia di Priosa, in qualità di cappellano.

Se si intende esaminare la vera motivazione dell'interdetto, questo scaturì dalla mancata accettazione delle pretese del parroco di Fontanigorda e soprattutto dal fatto che i procuratori della popolazione di Casoni non si presentarono presso la Curia Arcivescovile ad esprimere le loro motivazioni. Di conseguenza, il 2 Luglio 1837 il Vicario Capitolare De Monticelli espresse la sua condanna nei confronti di questi procuratori, penalizzandoli con l'aggravante della contumacia.

I litigi tra gli abitanti di Casoni e quelli di Fontanigorda continuarono aspramente fino all'ordine del Ven. Vesc. Antonio Gianelli, che determinò l'erezione in parrocchia della chiesa ex-oratorio di Casoni il 4 Giugno 1840.

La parrocchia così avversata ebbe finalmente la sua giusta collocazione nell'ambito della Diocesi di Bobbio e, probabilmente, il raggiungimento di questa definizione si ebbe grazie alla famiglia detta dei "Cacciou".

Questa famiglia ebbe l'opportunità di accogliere nella propria modesta casa, in località Montaldo, il Generale Alfonso Lamarmora, occupato in quel tempo nella nostra zona montana nella stesura di una aggiornata cartografia.

Prima di lasciare questo casolare, egli consegnò alla famiglia un biglietto contenente il proprio indirizzo di Torino, assicurando un suo eventuale interessamento in caso di loro necessità.

Venne quindi il momento di risolvere l'annosa diatriba della parrocchia. Due rappresentanti di questa famiglia affrontarono un viaggio fino a Torino, speranzosi di poter ottenere udienza. Che cosa potevano portare se non alcune forme di gustoso formaggio di Casoni, tanto apprezzato da quell'ospite Furono ricevuti; spiegarono la situazione incresciosa e la penalizzazione che la popolazione stava subendo.

Il formaggio fu accettato alla condizione del giusto pagamento. Ritornarono a Casoni, dopo il lungo viaggio, con la speranza che qualche cosa sarebbe mutata.

Con decreto del 4 Giugno 1840 il Ven. Gianelli eresse a parrocchia la chiesa di Casoni e, a chi gli domandava ragione di questa improvvisa decisione, egli rispondeva:

"Carlo Alberto la vuole ed io sono pienamente contento di concederla".

I Casonesi, in seguito, amarono e venerarono sempre il vescovo Gianelli e, presagendo la sua santità, lo vollero fin dal 1901 raffigurato negli affreschi della volta della loro chiesa.

La prima visita pastorale avvenne nel 1842. Ne riportiamo la documentazione scritta tratta dal "Libro dei Cresimandi":

Anno Domini millesimo octingentesimo quadragesimo secundo die tertia julii in Parrochiali Ecclesia S. Bartolomei Casonum. Ab illustrissimo ed reverendissimo Domino Domino Antonio Gianelli Episcopo Bobbiensis et comite. In actu sacro visitationis.......

Per l'occasione i cresimandi furono ben trentasei; ciò dimostra la grande ascesa demografica di quei tempi, che raggiungerà l'apice intorno al 1920.

Nel 1888 si completò questo luogo di culto così tenacemente voluto, con l'innalzamento della canonica.

Nel 1906 la chiesa venne consacrata da Mons. Carlo Castelli, allora Vescovo di Bobbio.