TRADIZIONE ORALE ( a cura di Guido Ferretti ) - pag. 3

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      In quelli stessi anni ebbe inizio il traforo ferroviario del Frejus. L’opera durata circa dieci anni diede lavoro stagionale o continuativo a diversi minatori di Casoni.

Ingresso dal lato italiano del traforo ferroviario del Frejus

Breve storia del traforo

      Nel 1844 un ministro di Carlo Alberto, Luigi des Ambrois, commissionò gli studi preliminari all’ingegnere belga Henri Mauss. Il progetto definitivo venne redatto da Germain Sommeiller, Sebastiano Grandis e Severino Grattoni.
      Il 31 Agosto 1857, il re Vittorio Emanuele II ordinò l’inizio dei lavori di scavo del tunnel con un finanziamento di 47 milioni di lire. I lavori furono diretti dall’ingegnere Sommeiler. La cessione della Savoia alla Francia da parte del Piemonte nel 1858 mise i forse il proseguimento dell’opera, ma fu Cavour a far proseguire i lavori. I francesi comunque nel 1863 portarono un contributo di 19 milioni di franchi.
      L’opera era tecnicamente molto complessa ed il lavoro nel cantiere rischioso tanto che alla fine dei lavori si contarono oltre 200 morti fra i circa 4000 operai che prestarono la loro opera, in particolare per un’epidemia di tifo scoppiata nel 1864.
      A portare un’accelerazione ai lavori fu l’invenzione della dinamite da parte di Alfred Nobel nel 1869; fino allora gli scavi erano stati condotti soprattutto grazie alla perforatrice automatica pneumatica inventata dal Sommeiler e da esplosivi meno efficaci della dinamite.
      Lo scavo della galleria venne completato il 25 dicembre 1870 ed il traforo fu inaugurato il 7 settembre 1871. All’apertura fu il più lungo tunnel ferroviario del mondo e rimase tale fino al giugno del 1882, quando fu aperto al traffico quello del Gottardo, lungo 15 chilometri.
      La galleria a doppio binario originaria era lunga 12.847 metri, poi portata a 13.636 m per via di una variante resasi necessaria nel 1881 a Modane, per spostare l’imbocco rivelatosi instabile.
      Il tunnel collega Bardonecchia in alta val di Susa (Italia) con imbocco a 1.190 m s.l.m. a Modane in val Moriana (Francia), con imbocco a 1.324 m s.l.m.
      Il culmine del traforo è a 1.335 m. Si trova sulla direttrice ferroviaria internazionale Torino-Parigi.

      La partecipazione dei minatori di Casoni a questa opera, durata più di dieci anni, fu numerosa. Diverse famiglie del paese ebbero dei loro parenti impegnati nella realizzazione.       Fra queste si ricordano quelle dei:

  • Camàtte,
  • Perteghièlle,
  • Meneghètti,
  • Làgni,
  • Tuognìn,
  • Zàn,
  • Giamànti,
  • Michelùn,
  • Zurzè ed altre.

          Ai lavori del Frejus, i minatori di Casoni furono presenti con la loro prima generazione di “gallariani” alla quale, durante i cento anni successivi, ne seguirono altre due, fino ad arrivare alla seconda Guerra Mondiale quando gli ultimi minatori di Casoni furono impegnati nella costruzione di fortificazioni militari sul confine francese (Val Maira) e rifugi antiaerei nella città di Genova.
          Nei dieci anni successivi a questa opera ferroviaria gli stessi minatori parteciparono alla realizzazione di quella del San Gottardo, lunga 15.003 metri. Dopo un breve periodo di attività nelle miniere del Sulcis in Sardegna e un anno a Smirne in Turchia (1891-1892), dove parteciparono alla costruzione di una strada, i “gallariani” della seconda generazione erano pronti ad affrontare l’opera più importante realizzata in quegli anni.
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