TRADIZIONE ORALE ( a cura di Guido Ferretti ) - pag. 10
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Non si conoscono i nomi degli altri partecipanti. Oltre ai minatori della famiglia Camatta, in quel periodo, è accertata la presenza di famiglie del casato dei Giamanti e dei Mutti, che, probabilmente, abitarono a S. Dalmazzo di Tenda.
Dopo la fine della prima Guerra Mondiale, i “gallariani” della terza generazione trovarono lavoro lungo la linea ferroviaria della Riviera di Levante dove, a Framura, nel 1920 morì per infortunio sul lavoro Ferretti Giacomo, di anni 28, cognato di Stin di Camatte.
La realizzazione del lago di Giacopiane, composto da due invasi artificiali, sistemati uno sopra l’altro, che accolgono le acque destinate ad azionare due centrali idroelettriche, avvenne nel 1926.
Gli operai di Casoni parteciparono all’opera in gran numero, sia come minatori sia come muratori.
I muratori furono impiegati nella costruzione delle dighe, mentre i minatori costruirono i canali, con tratti in galleria, che portano all’invaso superiore le acque provenienti dai rivi circostanti.
La partecipazione degli operai di Casoni fu elevata: circa una trentina di presenze.
Sul finire degli anni venti, durante la costruzione della centrale idro-elettrica di Loco, fu realizzato il canale delle Rivaie che raccoglie le acque del torrente Pescia e del rio Cugno e le porta nel bacino di accumulo (vasca de Rivàie).
I minatori e muratori di Casoni lavorarono alla realizzazione dell’intera opera, con numerosa partecipazione.
Per i Casonesi, il terzo decennio del XX secolo fu un periodo funesto: iniziò con un incidente mortale a Framura nel 1920 e terminò in maniera analoga nel 1930 a Macerata, dove perse la vita Ferretti Agostino (Stinulìn), nato nel 1881, padre di cinque figli, di età compresa tra i nove e i tre anni.
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